Il lutto nel mondo animale

by | Mar 8, 2021 | Animali, Natura | 0 comments

Gli animali, prima o poi, muoiono. Sappiamo benissimo quali cause possono portare alla morte di un singolo individuo, o di una intera popolazione, ma non abbiamo ancora chiaro se e come, i diversi generi animali, possano percepire il concetto di morte. La Letteratura Scientifica possiede pochi dati sui comportamenti animali che seguono la perdita di uno dei propri membri. Questa branca dell’Etologia è, ancora, da sviluppare e potrebbe portare a scoperte sulle interazioni sociali molto interessanti.

La mancanza di dati potrebbe trarre in inganno facendo vedere dei comportamenti che, in realtà, non esistono. Una sorta di pareidolia emozionale nella quale, al posto dei volti, vi sono dei comportamenti.

Lo schema del dolore

In natura, alcuni animali sono soliti compiere delle azioni stereotipate, cioè sempre uguali, quando uno dei membri della propria società muore. Il problema nell’interpretazione di questo schema è semplice: capire se queste azioni sono il risultato della percezione della morte, intesa esattamente all’interno del suo più grande senso emotivo, oppure rappresentino degli schemi comportamentali innati.

Alcuni mammiferi, tra i quali i delfini e altri cetacei, in effetti sembrano operare una “veglia funebre” fino a qualche ora dopo la morte dell’animale. Il loro comportamento potrebbe essere senza dubbio innato e avrebbe una logica che è totalmente divergente dal dolore: percepire la morte come un pericolo e compattarsi in previsione oppure in risposta a esso. Ad esempio come difesa contro un predatore. Certo, potrebbero fuggire ma avrebbero meno controllo durante lo spostamento.

Anche gli elefanti sono soliti riunirsi attorno al membro defunto e toccarlo ripetutamente con la proboscide. In alcuni casi possono perfino spostare il corpo. Questo rituale potrebbe sembrare un tentativo di “rianimare” il proprio simile con la conclusione di abbandonare il corpo una volta compresa l’impossibilità dell’intento. È noto che gli elefanti siano soliti, durante i loro “spostamenti” tornare più volte nei luoghi di “sepoltura” dei propri membri. Anche in questo caso potrebbe essere semplicemente un riflesso della loro ottima memoria spaziale e visiva che li porterebbe, automaticamente, a tornare in un posto ben conosciuto.

Questi comportamenti sono simili a quanto osservato nei corvi che, a seguito della morte di un membro, sono soliti gracchiare in una intensa attività di comunità. Probabilmente questo comportamento istruisce sia la comunità sia i piccoli corvi che imparano a riconoscere gli eventi immediatamente precedenti alla morte come pericoli.

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